Walking through the gardens

By cherimus,


Walking through the new public parks of Iglesias, Musei, Domusnovas and Villamassargia, you’ll now meet monstrous and glittering fountains, cities-antennas of insects suspended on trees, stone maps from which you can let your gaze fly, playing fields with irregular borders and rules all to be invented, adventurous paths among strawberry trees, myrtles, pear and carob trees…
In this photo gallery you’ll see a selection of the works already installed in the new parks made during the project “I giardini possibili”

The Making Of

By cherimus,


After the series of workshops held by Dragos Olea (Apparatus 22), Yassine Balbzioui, Dexi Tian and Amy Sow, some of the children’s drawings and ideas were developed and to be transformed into viable public space installation for the 4 new parks of the project, trying to preserve as much as possible the original vibe of the initial idea.
Cherimus in collaboration with the Barega association began to install the first artifacts in January 2021.
This gallery shows some of the backstage of the work, focusing on the creation and installation of the “fountains” for the park of Domusnovas.

Ndoto hutuelekeza lakini matendo ni lazima – Dreams guide us but we must act

By cherimus,



During the first edition of Caro Giacomo, in 2008, artist Marco Colombaioni, co-founder of Cherimus, decided to display a painting on a wall in a small square of the town, in the spirit of that first edition that invited the artists to propose and install artworks outdoors or in public spaces of Perdaxius. 

At that time, Marco Colombaioni had already taken a series of trips to Nairobi where he had worked and collaborated with artists based there, and was intensively studying Kanga textiles, popular items produced and used in Kenya and Tanzania. Each Kanga has a specific meaning, containing a message, a proverb, or an aphorism.

This painting has the structure of a Kanga, with a large decorative frame and, in the center, a scene with two birds and a hibiscus flower. One bird is flying away, and the other is approaching the flower. In Swahili, the phrase on the painting says: dreams guide us, but we must act. The painting was exhibited for the three days of the town feast. On one of these nights, the painting was vandalized, necessitating a restoration of the piece.

Later, Colombaioni collaborated on a project with sociologist Judith Raymond Mushi, who started the first university course on Swahili language and culture in Milan. The project focused on fighting homophobia through the production of new special Kangas with new messages. Together, Colombaioni and Mushi organized a Kanga Kokomanga Party in January 2011 to raise funds to support the project. They also worked together on a design for a new Kanga with a quote by Pasolini: “L’innocenza è una colpa,” which translates to “Innocence is a fault.”
This fruitful collaboration ended suddenly when Marco Colombaioni passed away in July 2011.

At the end of July of that year, for the Festival of Saint James, Cherimus organized a celebration in honor of Marco in the small square where the painting had been shown a few years before. A 1:1 scale reproduction on paper of his work “Dreams guide us, but we must act” was installed on the same wall where the painting once hung. That evening, visual artist Emiliana Sabiu presented, for the second time, “Twenty Cakes.” In this piece, 20 real cakes and pies made by the community of Perdaxius were displayed on a table with an elegant tablecloth. Artist Samba “Bathie” Tounkara curated the music for the celebration and provided touba coffee to the attendees.

In 2014, for the annual festival of Caro Giacomo, Cherimus decided to make a permanent mosaic version of the painting on that same wall. The mosaic was made using tile samples offered by various retailers in collaboration with visual artists Gemma Noris, Josè Chaves, Scarlett Lingwood, Hamdy Reda, Andrea Rossi, and Carlo Spiga.

ph: Vincenzo Cammarata
ph: Vincenzo Cammarata

Deggo Yëggo Tour 2019 photo gallery

By cherimus,
Ph: Sara Deidda

September 7th, Elmas

Ph: Rita Deidda
Ph: Rita Deidda
Ph: Rita Deidda

September 8th, Monte Gonare

Ph: Margherita Riva
Ph: Margherita Riva
Ph: Margherita Riva
Ph: Margherita Riva
Ph: Margherita Riva
Ph: Matteo Rubbi
Ph: Margherita Riva

September 12th, Teatro Massimo, Cagliari

Foto: Rita Deidda
Foto: Rita Deidda
Foto: Rita Deidda
Foto: Rita Deidda
Foto: Rita Deidda

September 14th, Perdaxius

Foto: Matteo Rubbi
Foto: Rita Deidda
Foto: Rita Deidda
Foto: Rita Deidda
Foto: Rita Deidda

September 16th, Semestene

Ph: Matteo Rubbi
Ph: Matteo Rubbi
Ph: Matteo Rubbi
Ph: Matteo Rubbi

September 17th, Conservatorio, Cagliari

Ph: Sara Deidda
Ph: Sara Deidda
Ph: Sara Deidda
Ph: Sara Deidda
Ph: Sara Deidda
Ph: Sara Deidda
Ph: Sara Deidda
Ph: Sara Deidda

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عمول منيح وكب بالبحر

By cherimus,

“Fai una buona azione e buttala nel mare”

In una delle sue lettere a Fawwaz Traboulsi, pubblicata in Of Cities and Women (1993), l’artista e poeta libanese Etel Adnan ha scritto che se non fosse stato per il mare, Beirut non sarebbe sopravvissuta alla devastazione.
“Ma c’è sale sulla terra, nelle nostre bocche, sui nostri vestiti, nelle nostre mani; qualcosa che resiste alla putrefazione” 

In arabo, c’è un detto che dice: “Fai una buona azione e buttala nel mare”. Il mare qui è una metafora di ciò che ci lasciamo alle spalle per andare avanti. Parla della nostra capacità di lasciar andare e di trasformarci. Gettare in mare significa rilasciare ciò che ci ostacola, ciò di cui non abbiamo più bisogno, ciò che non è in flusso. È un invito ad essere come il mare: sempre in movimento, sempre in cambiamento, eppure perpetuamente armonioso.

Per To Become a Sea / Diventare Mare, questo detto è stato il porto da cui siamo partiti per navigare. Il mare è diventato uno spazio di trasmutazione e immaginazione; così come uno spazio che trascende le differenze e riunisce comunità diverse che sono geograficamente, storicamente e culturalmente collegate al Mediterraneo. Questa massa d’acqua unificante porta con sé i sogni e i miti di coloro che ci vivono accanto, ci passeggiano, ci saltano dentro, ne sono catturati, ne scrivono e cantano…
Il progetto è un tentativo di decodificare e registrare queste narrazioni. Facendo ciò, mira a creare uno spazio per l’inconscio collettivo da ascoltare e per storie alternative da rivelare.

Il progetto consiste in due parti in dialogo tra loro. Una parte ha luogo in Sardegna, l’altra in Libano.
In Sardegna, il progetto si muove attraverso il Sulcis, raggiungendo diverse comunità della regione e invitandole a partecipare a workshop e attività multidisciplinari. 

Spostandosi da un luogo all’altro, To Become a Sea / Diventare Mare diventa un disco dell’inascoltato: di voci che sono state colpite dalla rivelazione; di voci che sono alla costante ricerca del mare dentro e fuori di loro. È una registrazione del nostro immaginario collettivo che alla fine ritrova la sua strada verso il mare.

Parallelamente all’attività in Sardegna, Ibrahim raccoglierà paesaggi sonori e condurrà brevi interviste con diversi gruppi di persone che vivono vicino o hanno un rapporto specifico con il mare in Libano. 

L’idea è quella di creare un intreccio sonoro tra  Libano e Sardegna  per raccontare la storia del viaggio verso il mare collettivamente e individualmente, quello che succede lungo la strada, e come alla fine, indipendentemente dai nostri diversi percorsi, ci incontreremo tutti al mare.


La Biblioteca Fantastica

By cherimus,

Quattro biblioteche civiche di sei piccoli comuni del Sulcis sono state il cuore di un progetto che ha coinvolto le ragazze e i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado di Perdaxius, Sandadi, Giba, Masainas, Villaperuccio e Piscinas in una serie di workshop tenuti da artisti internazionali e che hanno portano alla produzione di quattro cortometraggi originali.

Insieme ad artisti provenienti da tutto il mondo e successivamente a professionisti nell’ambito della scrittura e del cinema, gli studenti sono stati invitati a usare la biblioteca del proprio paese come serbatoio di idee e come vero e proprio laboratorio creativo, tentando di forzare il luogo comune della biblioteca come luogo esclusivamente votato alla lettura, al silenzio e alla concentrazione, usando gli spazi purtroppo disabitati per gran parte del giorno per sperimentare ogni forma di linguaggio, dal disegno al collage, dalla creazione di costumi per ridefinire la propria identità alla scrittura di storie fantastiche, dalla musica alla recitazione.

La staffetta di quattro artisti visivi, André Raatzsch , Yassine Balbzioui, Marcos Lora Read e Kilap Gueye, provenienti da paesi che hanno da anni comunità sparse nel territorio del Sulcis ha accompagnato la nascita di quattro storie originalissime inventate dagli stessi studenti all’interno delle biblioteche, che si sono rivelate workshop dopo workshop spazi flessibili e pieni di possibilità inespresse. Gli artisti hanno raccontato sé stessi ed il proprio lavoro dando la possibilità a tutti di conoscere qualcosa di più sulle nuove radici presenti nel Sulcis, di proiettarsi oltre la dimensione dell’Isola e al suo storico isolamento, mentre agli studenti legati attraverso le famiglie e quei paesi ha dato la possibilità di vedere valorizzata e raccontata la propria specificità al di fuori di descrizioni solitamente superficiali se non legate a stereotipi.
Agli workshop hanno visto la partecipazione straordinaria e la collaborazione di Isamit Morales, Pape Thiam, Michele Gabriele, Jonathan Vivacqua, Simone Berti, Michele Gabriele, Susana Moliner Delgado e Marta Vallejo.

In una seconda fase le storie, gli oggetti e i costumi di scena sono diventati oggetto di successivi laboratori cinematografici tenuti dagli scrittori Andrea Bocconi e Guido Bosticco, dall’artista Stefano Faravelli, dal fotografo Vincenzo Cammarata e dal regista Andrea Canepari, tutti professori dell’associazione Scuola del viaggio, partner di progetto.

Sono così nati i quattro cortometraggi, basati sulle storie inventate dai ragazzi, interpretati da loro stessi o da marionette che hanno plasmato sotto la guida di Faravelli. I film sono stati girati per lo più nelle biblioteche, gli elementi scenici sono spesso rappresentati dai libri e alcune scene delle storie narrate si svolgono proprio fra gli scaffali. I quatttro cortometraggi sono stati presentati la prima volta in occasione della mostra Sulcis Oddity presso il MAN di Nuoro ed hanno trovato un proprio percorso anche nei canali tipici del cinema (festival e rassegne) mentre nell’estate 2013 sono stati presentati durante i momenti di festa dei paesi del Sulcis.

Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione con il Sud e Vodafone Italia ed ha visto come partner di progetto i Comuni di Perdaxius, Villaperuccio, Santadi, Giba, Masainas, Piscinas, l’associazione Scuola del viaggio, Oxfam Italia e Sbis

Come nasce una band Sardo-Senegalese

By cherimus,

Chadal è il nome di una band Sardo-Senegalese, nata da un progetto di cooperazione internazionale fra Sardegna e Senegal, organizzato da Cherimus in collaborazione con varie istituzioni del territorio e l’associazione Ker Thiossane di Dakar. Chadal parte dalla necessità di intensificare e approfondire il dialogo fra la comunità sarda e quella senegalese, la più numerosa comunità africana presente in Sardegna.

Il chitarrista Alberto Balia, il suonatore di launeddas Andrea Pisu, il trombettista Riccardo Pittau e il pianista Matteo Scano hanno incontrato a Dakar i cantautori Bah Moody e Marcel Diaba Ndong, il suonatore di balafon Sidi Koita, il suonatore di xalam Alioun Ndiaye, il suonatore di kora Baka Cissokho, il bassista Alassane Cissè collaborando insieme alla formazione di una nuova band musicale e alla creazione di un nuovo album.

Chadal ha tenuto il suo concerto d’esordio a Dakar il 20 maggio 2011, prima di intraprendere un vero e proprio tour musicale attraverso la Sardegna e il nord Italia grazie anche alla collaborazione con la comunità senegalese in Sardegna e con l’associazione Sunugal di Milano. Durante diversi workshop organizzati a Dakar e in alcuni paesi del Sulcis-Iglesiente in collaborazione con gli artisti Abdoulaye Cysso Manee, Yassine Balbzioui e Marco Colombaioni, è stata realizzata una scenografia visionaria che ha fatto da sfondo ai concerti del gruppo. I bambini sardi e senegalesi hanno inoltre realizzato strumenti musicali della propria tradizione che sono stati poi scambiati al termine del progetto.

Il nome del gruppo, Chadal, è la traslitterazione di una parola Peul che indica un uccello colorato che migra ogni anno tra Sardegna e Senegal.

Prove a Kër Thiossane
Prove pubbliche nelle strade di Liberté II, Dakar. Andrea Pisu e Alassane Cissè
Prove pubbliche nelle strade di Liberté II, Dakar. Sidi Koita e Baka Cissokho
Un particolare del balafon di Sidi Koita
Il gruppo di Chadal al completo
Marcel Diaba Ndong e Les Femmes Séreres de Joal durante delle prove a Joal
Les Femmes Séreres de Joal durante delle prove a Joal
Andrea Pisu suona le launeddas, sullo sfondo Alioun Ndiaye e Sidi Koita
Alioun Ndiaye e Bah Moody
Workshop per la costruzione degli strumenti musicali a Kër Thiossane aperto ai bambini del quartiere
Workshop per la costruzione degli strumenti musicali a Kër Thiossane aperto ai bambini del quartiere
Workshop per la costruzione degli strumenti musicali a Kër Thiossane aperto ai bambini del quartiere
Workshop per la realizzazione della scenografia tenuto dagli artisti Abdoulaye Cysso Manee e Marco Colobaioni in collaborazione con l’Espace Enfants de la Maison de la Culture Douta Seck e l’École Mamour Diakhate, classe CPB
Workshop per la realizzazione della scenografia tenuto dagli artisti Abdoulaye Cysso Manee e Marco Colobaioni in collaborazione con l’Espace Enfants de la Maison de la Culture Douta Seck e l’École Mamour Diakhate, classe CPB
Workshop per la realizzazione della scenografia tenuto dagli artisti Abdoulaye Cysso Manee e Marco Colobaioni in collaborazione con l’Espace Enfants de la Maison de la Culture Douta Seck e l’École Mamour Diakhate, classe CPB
Workshop per la realizzazione della scenografia tenuto dagli artisti Abdoulaye Cysso Manee e Marco Colobaioni in collaborazione con l’Espace Enfants de la Maison de la Culture Douta Seck e l’École Mamour Diakhate, classe CPB. Dettaglio della scenografia utilizzato come copertina dell’lp realizzato in seguito al primo concerto del gruppo a Dakar.

Informativa relativa ai contributi pubblici ricevuti nell’anno 2021

By cherimus,

Informativa relativa ai contributi pubblici ricevuti nell’anno 2021

Ai sensi della L. n. 124/2017, art. 1 co. 125 – 129 , modificata con L. n. 58/2019, pubblichiamo l’informativa relativa ai contributi pubblici ricevuti nell’anno solare 2020 da Cherimus
CF 90024830920

  • Soggetto erogante: Università di Sassari
    – Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali
    – P.I. 00196350904
  • Importo 21.500 €
  • Data di incasso 17/06/2021
  • Causale contributo: Progetto Music@work Senegal – Finanziato dalla Regione Sardegna con Legge Regionale 11 aprile 1996, n. 19
  • Soggetto erogante: Agenzia delle Entrate– P.I. 06363391001
  • Importo 973,92 €
  • Data di incasso 29/10/2021
  • Causale contributo: Quote cinque per mille Anno 2020 – 2019
  • Soggetto erogante: Regione Sardegna – P.I. 03072820925
  • Importo 60.000 €
  • Data di incasso 07/12/2021
  • Causale contributo: Progetto On the move! Un teatro in viaggio per il Libano –Legge Regionale 11 aprile 1996, n. 19

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Chadal in tournée

By cherimus,
Il calendario del tour di Chadal 2011, tra Dakar, Carbonia e Milano
I musicisti in arrivo da Dakar all’aeroporto di Elmas
Sidi Koita, Aliou Ndiaye, Fiammetta Caime e Daouda Kote nella metrò di Milano
Chadal in concerto a Carbonia
Baka Cissokho durante il concerto al Carroponte di Sesto San Giovanni
Alberto Balia durante il concerto al Carroponte di Sesto San Giovanni
Bah Moody e Riccardo Pittau al Carroponte di Sesto San Giovanni
Riccardo Pittau al Carroponte di Sesto San Giovanni
Aliou Ndiaye al Carroponte di Sesto San Giovanni
Baka Cissokho e Bah Moody al concerto di Carbonia
Alassane Cissè e Aliou Ndiaye in piazza Duomo a Milano