Yassine Balbzioui è volato in Sardegna direttamente da Marsiglia dove aveva appena ultimato una residenza d’artista alla Friche la Belle de Mai.
Yassine conosce già molto bene il Sulcis e Cherimus: ha collaborato nel 2011 al progetto Happy April, realizzando laboratori in tutto il Sulcis-Iglesiente con Marco Colombaioni; ha lavorato poi nel 2013 a Masainas, Giba, Villaperuccio, Perdaxius e Piscinas per il progetto La Biblioteca Fantastica e nel 2015 al quartiere Sant’Elia di Cagliari per la parte sarda del progetto Côte à Côte, iniziato l’anno prima a Rabat, Marocco.
Principalmente pittore, Yassine Balbzioui nella sua pratica usa la scultura, l’installazione e la performance, ovunque spargendovi a piene mani una forza allo stesso tempo visionaria e giocosa che obbliga l’osservatore a ricalibrare il proprio rapporto con il mondo.
Dopo il lavoro di raccolta e sviluppo delle idee guida per i parchi effettuato con Dragos Olea di Apparatus 22, Yassine ha impostato il suo lavoro su uno sviluppo fisico dei diversi progetti emersi; si è voluto immergere nei quattro parchi raccogliendo la “sfida utopica”, così la chiama l’artista, che I giardini possibili propongono: una trasformazione che veramente parta dai bambini, non come pretesto ma come fondamento.
Le aule si sono così svuotate dai banchi e si sono trasformate di volta in volta in un muro da decorare e abbattere, in un labirinto fitto di disegni di fontane, in una linea infinita con la quale il corpo si deve confrontare e danzare, in un modello di grande scala fatto di muschio, creta, gessetti e vernice: quasi un presepe fantascientifico.
Le idee sono diventate spinta, gesto, salto e caduta. I materiali si sono mescolati fino a risultare inestricabili e così le possibilità si sono scatenate e liberate ulteriormente.
Grazie a Yassine Balbzioui “I giardini possibili” hanno viaggiato parecchio: anche loro sono diventati delle creature vive e volteggianti.